Trump minaccia il settore auto canadese con dazi, poi revoca.

Usa: Guerra dei dazi, tra minacce e retromarce

La Casa Bianca torna a far tremare il mercato globale

La minaccia di un aumento delle tariffe su acciaio e alluminio importati negli Stati Uniti, fino al 50%, ha riacceso i riflettori sulla politica commerciale dell'amministrazione Biden. Una decisione che avrebbe avuto conseguenze devastanti per l'economia mondiale, con ripercussioni immediate sul settore automobilistico. La notizia è arrivata a stretto giro di posta con l'annuncio di Elon Musk del raddoppio della produzione di Tesla, un segnale di fiducia nel mercato ma anche una chiara dimostrazione della sensibilità del settore alle fluttuazioni imposte dalla politica internazionale.

La tensione è salita alle stelle quando, inizialmente, il Presidente Biden ha rivolto un ultimatum al Canada, minacciando la chiusura del settore automobilistico canadese qualora non si fossero trovate soluzioni condivise sulla questione dei dazi. Una dichiarazione che ha fatto sussultare Ottawa e i mercati finanziari globali. L'ombra di una nuova guerra commerciale, simile a quella innescata durante l'era Trump, si è profilata all'orizzonte, alimentando incertezza e preoccupazione tra gli operatori economici.

Un dietrofront che lascia molti interrogativi

Fortunatamente, a quanto pare, la situazione si è rapidamente evoluta. La Casa Bianca ha fatto poi un passo indietro, ridimensionando le minacce iniziali. La notizia del dietrofront è stata accolta con un respiro di sollievo, seppur misto a perplessità. La rapidità del cambio di rotta lascia infatti molti interrogativi aperti sulle reali motivazioni alla base della minaccia iniziale e sul futuro delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Canada, e più in generale, con i principali partner commerciali a livello globale.

Il ruolo strategico di Elon Musk

L'annuncio di Musk di raddoppiare la produzione Tesla, in un momento di così elevata incertezza, assume un significato particolare. La decisione evidenzia la fiducia dell'imprenditore nel mercato americano, ma anche la necessità di una stabilità politica e commerciale per garantire la crescita del settore automobilistico e, più in generale, dell'economia statunitense. La minaccia dei dazi, infatti, avrebbe potuto compromettere gli investimenti e la catena di approvvigionamento di numerose aziende, non solo nel settore automobilistico.

Un futuro ancora incerto

Nonostante il dietrofront dell'amministrazione Biden, la vicenda lascia un'amara sensazione di instabilità. La possibilità di un ritorno alle politiche protezionistiche rappresenta un pericolo concreto per l'economia globale. La questione dei dazi sull'acciaio e sull'alluminio resta aperta, e il futuro delle relazioni commerciali internazionali rimane incerto. Resta da capire se questa sia stata solo una mossa di pressione o l'inizio di una nuova fase di tensioni commerciali. La vicenda, dunque, merita di essere seguita con attenzione. Il mondo attende con trepidazione ulteriori sviluppi.

(12-03-2025 01:00)