Australia colpita da dazi del 25%: Albanese attacca Trump
Albanese accusa gli USA di "autolesionismo": dazi al 25% anche sull'Australia
Il Primo Ministro australiano Anthony Albanese ha sferzato una dura critica contro l'amministrazione statunitense, definendo "autolesionismo" la decisione di imporre dazi aggiuntivi del 25% su alcuni prodotti australiani. La misura, annunciata dal governo americano, colpisce diversi settori dell'export australiano, provocando l'ira del leader laburista.
In una dichiarazione rilasciata oggi, Albanese ha espresso la sua profonda delusione e preoccupazione per la decisione, definendola un "atto non amichevole" che danneggia le relazioni bilaterali. "Questa mossa è incomprensibile e dannosa sia per gli Stati Uniti che per l'Australia", ha dichiarato Albanese. "Non solo penalizza i nostri esportatori, ma dimostra una mancanza di considerazione per l'importanza della nostra partnership strategica".
Il Primo Ministro ha sottolineato che l'Australia è sempre stata un alleato leale degli Stati Uniti e ha contribuito in modo significativo alla sicurezza e alla stabilità globale. "Imporre dazi del genere, senza un dialogo adeguato, è semplicemente inaccettabile", ha aggiunto Albanese, che ha promesso di intraprendere azioni diplomatiche immediate per affrontare la questione e cercare una risoluzione. "Ci aspettiamo una spiegazione chiara e un rapido ripensamento di questa decisione", ha dichiarato con fermezza.
La decisione americana di imporre i dazi sembra essere legata a controversie commerciali preesistenti, ma le motivazioni precise non sono state ancora chiarite completamente. La portata degli impatti economici sulla produzione australiana è ancora in fase di valutazione, ma diversi settori, tra cui l'industria agricola e quella manifatturiera, si aspettano conseguenze negative.
La reazione di Albanese è stata netta e decisa, evidenziando una crescente tensione tra Canberra e Washington. La vicenda rischia di compromettere ulteriormente i delicati equilibri commerciali e geopolitici tra i due Paesi, sollevando dubbi sulla solidità della partnership strategica in un contesto internazionale sempre più complesso. Il governo australiano sta ora valutando tutte le opzioni disponibili per contrastare questa decisione, comprese eventuali misure di rappresaglia.
È una situazione che merita di essere seguita con attenzione, dato il peso delle implicazioni economiche e politiche coinvolte.
Questa situazione richiede un immediato intervento diplomatico per evitare ulteriori danni alla già fragile relazione tra Stati Uniti e Australia.
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