Crollo globale: Spreafico (UBS) indica i veri responsabili (e non è Trump)
Crollo Borse: Spreafico (UBS) punta il dito, ma non è Trump
Il mondo trema di fronte al crollo delle Borse mondiali. Ma dietro al cortocircuito finanziario che ha mandato in tilt i mercati, secondo Alessandro Spreafico, responsabile di UBS per l'area EMEA, non si cela l'ombra di Donald Trump. La spiegazione, offerta in un'intervista esclusiva a Bloomberg, è più complessa e articolata, puntando il dito su una serie di fattori interconnessi che hanno creato una tempesta perfetta.
Spreafico ha sottolineato l'impatto significativo dell'inflazione persistente e dell'inasprimento della politica monetaria da parte delle banche centrali. L'aumento dei tassi di interesse, necessario per contrastare l'inflazione, ha però avuto l'effetto collaterale di rallentare la crescita economica, creando incertezza nei mercati e alimentando le vendite.
“Non è una questione di singoli personaggi politici”, ha spiegato Spreafico, smentendo così le speculazioni che volevano individuare nel ritorno di Trump sulla scena politica americana la causa principale del tracollo. “Si tratta di un contesto macroeconomico complesso, dove diversi fattori si sono combinati in modo negativo”.
La previsione di Spreafico, tuttavia, è ottimistica. Nonostante il recente crollo, l'esperto di UBS ritiene che gli Stati Uniti continueranno a crescere, seppur a un ritmo più moderato. La resilienza dell'economia americana, sostenuta da un mercato del lavoro ancora robusto, offre, secondo Spreafico, un cuscinetto contro una recessione profonda. La chiave, secondo l'analista, sta nella capacità delle banche centrali di gestire l'inflazione senza causare un eccessivo raffreddamento dell'economia. Un compito arduo, ma non impossibile.
La situazione rimane comunque delicata. La volatilità dei mercati è destinata a perdurare, e gli investitori dovranno prepararsi ad affrontare un periodo di incertezza. Le parole di Spreafico, seppur rassicuranti sulla crescita a lungo termine degli Stati Uniti, non nascondono la complessità della situazione attuale e la necessità di una gestione oculata da parte dei policy maker.
L'intervista completa è disponibile su Bloomberg.
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