L'inazione di Trump: un'opportunità mancata contro il potere di Google?
Google nel mirino: Washington conferma la richiesta di spezzatino
Il Dipartimento di Giustizia americano ha confermato la sua richiesta di spezzatino di Google, intensificando la battaglia antitrust contro il gigante della ricerca. Questa mossa, seppur in linea con le azioni intraprese dall'amministrazione Biden, potrebbe assumere connotazioni diverse sotto la presidenza di Donald Trump, il quale, pur avendo avviato azioni legali contro le Big Tech, sembra aver adottato un approccio strategico differente.
La decisione di procedere con la causa per monopolio contro Google, presentata inizialmente nel 2020 sotto l'amministrazione Trump, segna un punto di svolta nella regolamentazione del settore tecnologico. L'obiettivo dichiarato è quello di limitare il potere monopolistico di Google nel mercato della ricerca online e della pubblicità digitale, accusato di pratiche anticompetitive che avrebbero soffocato la concorrenza e danneggiato i consumatori. La richiesta di "spezzatino" prevede di separare Google dalle sue numerose filiali, frammentando così il suo impero digitale.
"Questa azione non è semplicemente una questione di competizione economica, ma riguarda la protezione del tessuto democratico del nostro paese," ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Giustizia, ribadendo l'impegno dell'amministrazione nella lotta contro i monopoli tecnologici.
Sebbene l'attuale amministrazione continui a perseguire l'obiettivo di regolamentare le Big Tech, le motivazioni potrebbero differire da quelle dell'era Trump. Mentre Biden si concentra sulla promozione di una concorrenza più equa e sulla protezione dei consumatori, l'approccio di Trump sembrava più orientato verso il nazionalismo economico e la limitazione dell'influenza di aziende considerate eccessivamente potenti.
La sfida legale che attende Google è complessa e di lungo respiro. La società ha già annunciato la sua intenzione di difendersi vigorosamente, sostenendo la legalità delle proprie pratiche e sottolineando il beneficio offerto ai consumatori dai suoi servizi. Il processo potrebbe durare anni e avrà un impatto significativo non solo sul futuro di Google, ma anche sull'intero panorama digitale globale. L'esito della causa influenzerà profondamente la regolamentazione delle Big Tech a livello mondiale, aprendo la strada a possibili azioni simili in altri paesi.
Resta da vedere come si evolverà la situazione sotto la possibile presidenza di Trump, e se lascerà in eredità l' "arma" del processo antitrust, o se modificherà la strategia, magari optando per soluzioni meno drastiche, ma altrettanto incisive. Il futuro delle Big Tech rimane incerto, ma una cosa è chiara: la battaglia per la concorrenza nel settore digitale è tutt'altro che conclusa.
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