Nazareth: un Giubileo offuscato dalla guerra

Il Giubileo più amaro: Nazareth piange i pellegrini perduti con la guerra

Nazareth, Terra Santa - Come a Roma durante il Giubileo, anche qui a Nazareth le Porte Sante, aperte per l’occasione, avrebbero dovuto garantire l'indulgenza ai fedeli provenienti da ogni angolo del mondo. Ma il conflitto a Gaza ha gettato un’ombra oscura su questa celebrazione religiosa, trasformando il Giubileo in un evento amaro, segnato da un silenzio assordante e da negozi vuoti.


Le strade, un tempo animate dal fervore dei pellegrini, sono deserte. Le botteghe, che tradizionalmente pullulano di artigiani e commercianti che propongono souvenir e oggetti sacri, restano chiuse, con le saracinesche abbassate a simboleggiare la tristezza e la disperazione di una comunità che dipende fortemente dal turismo religioso. La guerra a Gaza ha spazzato via, in un attimo, le speranze di una ripresa economica per la città, già provata da anni di difficoltà.


"È un Giubileo senza gioia", afferma Elias, un anziano commerciante di icone che gestisce un piccolo negozio nel cuore della città vecchia. "Di solito in questo periodo saremmo sommersi dai pellegrini. Quest'anno, invece, il silenzio è assordante. La guerra ha spaventato tutti, e nessuno si sente al sicuro nel venire qui".


La situazione non è solo economica. Il Giubileo rappresenta un momento di profonda spiritualità per la comunità di Nazareth, una celebrazione della fede che quest'anno è stata offuscata dalla tragedia. La preghiera per la pace, ormai, è diventata un grido disperato, un appello lanciato al cielo per porre fine al conflitto e consentire il ritorno dei pellegrini, portatori non solo di denaro, ma anche di speranza e di fede.


Anche le autorità religiose locali esprimono profonda preoccupazione. Padre Michael, parroco di una chiesa importante di Nazareth, sottolinea come la guerra abbia “strappato via il cuore” di questo Giubileo. "La situazione è drammatica," afferma, "le preghiere per la pace sono più sentite che mai. Ci rivolgiamo a tutte le istituzioni internazionali affinché si impegnino per una rapida soluzione al conflitto."


Il Giubileo di Nazareth, dunque, diventa un simbolo non solo della fede, ma anche della fragilità della pace e della profonda interconnessione tra eventi globali e la vita di comunità apparentemente lontane dai teatri di guerra. Un monito silenzioso, un grido di speranza soffocato dal rumore delle armi, che aspetta di poter risuonare forte e chiaro con il ritorno della pace.

(09-03-2025 01:00)