Utah: Esecuzione per fucilazione dopo quindici anni, muore Brad Sigmon

Usa: Esecuzione per fucilazione dopo 15 anni, giustiziato Brad Sigmon

L'Oklahoma ha eseguito la prima esecuzione per fucilazione in 15 anni. Brad Sigmon, condannato per l'omicidio di un uomo nel 1994, è stato giustiziato ieri sera. L'esecuzione, avvenuta presso la prigione statale di McAlester, ha segnato un ritorno a questo metodo di pena capitale dopo una lunga pausa. Tre volontari, appositamente reclutati e addestrati per l'occasione, hanno sparato a Sigmon da una distanza di 4,6 metri. L'uomo, al momento dell'esecuzione, indossava una tuta nera con un cappuccio sulla testa e un bersaglio posizionato all'altezza del petto.

La scelta della fucilazione, al posto dell'iniezione letale, ha sollevato numerose polemiche. Diversi gruppi per i diritti umani hanno condannato la decisione, definendola una forma di punizione crudele e inusuale, violando quindi gli emendamenti della Costituzione americana. Le organizzazioni hanno messo in evidenza la mancanza di trasparenza riguardo alla provenienza dei farmaci usati per le esecuzioni per iniezione letale e la difficoltà di reperirli, spingendo alcuni stati a considerare metodi alternativi, come appunto la fucilazione.

La famiglia della vittima, invece, ha espresso soddisfazione per l'esecuzione, sottolineando la necessità di giustizia dopo tanti anni di attesa. Le dichiarazioni rese non sono state diffuse pubblicamente nel dettaglio per rispetto del loro lutto e per tutelare la loro privacy.

L'esecuzione di Sigmon ha riacceso il dibattito nazionale sulla pena di morte e sui metodi utilizzati per applicarla. Molti esperti legali e attivisti continuano a contestare la costituzionalità della pena capitale in generale, sottolineando le possibili falle del sistema giudiziario e il rischio di condannare persone innocenti. La scelta dell'Oklahoma di ricorrere alla fucilazione, dopo un lungo periodo di utilizzo dell'iniezione letale, apre un nuovo capitolo in questa complessa e controversa questione, alimentando il dibattito sull'umanità e l'eticità delle modalità di esecuzione capitali. Questo caso, inoltre, potrebbe influenzare le politiche di altri stati in merito alle esecuzioni capitali e alle procedure ad esse connesse.

L'avvocato di Sigmon, ha dichiarato di aver esaurito tutte le possibili vie legali per impedire l'esecuzione, senza però entrare nei dettagli delle sue ultime dichiarazioni o della sua posizione. Si attende ora l'analisi completa di tutta la documentazione del caso per poter avere una visione più completa e dettagliata della vicenda.

(08-03-2025 19:30)