**Vertice a Parigi: i leader militari si riuniscono, adesioni in arrivo da venti nazioni.**
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Zelensky sotto la protezione franco-britannica: l'Europa si divide sulla difesa
Parigi e Londra si fanno promotrici di un'iniziativa ambiziosa: garantire all'Ucraina un ombrello difensivo più robusto, in un momento cruciale del conflitto. Il presidente francese ha convocato un summit d'emergenza dei capi militari delle nazioni europee considerate più "volenterose" a fornire un sostegno concreto e coordinato a Kiev. Fonti vicine al dossier parlano di circa venti Paesi pronti a rispondere affermativamente all'appello francese, ma con sfumature e gradazioni diverse.
La questione centrale è la fornitura di sistemi di difesa aerea avanzati e la creazione di un'architettura di intelligence condivisa per anticipare e contrastare le minacce russe. L'iniziativa, tuttavia, non è esente da tensioni. Mentre il Regno Unito sembra allineato alla strategia francese, Paesi come l'Italia, la Polonia e la Spagna appaiono più cauti, frenati da considerazioni di politica interna e da un'analisi più prudente dei rischi di escalation.
Il ruolo dell'Italia resta un'incognita. Il governo Meloni, pur ribadendo il sostegno all'Ucraina, sembra intenzionato a non esporsi eccessivamente, privilegiando la via diplomatica e il dialogo con gli alleati europei e atlantici. Una posizione che riflette le divisioni interne alla maggioranza e la delicatezza della situazione geopolitica. Si attende con interesse la posizione che verrà espressa dal Ministro della Difesa durante i prossimi incontri bilaterali con i suoi omologhi europei.
La Polonia, tradizionalmente in prima linea nel sostegno a Kiev, sembra preoccupata dalle garanzie di sicurezza offerte dall'iniziativa franco-britannica e dalla sua capacità di rispondere efficacemente alle minacce provenienti dalla Russia. La Spagna, invece, sembra concentrata sulla gestione delle tensioni interne e sulla crisi economica, relegando la questione ucraina in secondo piano.
L'iniziativa franco-britannica rappresenta un tentativo di superare le divisioni interne all'Unione Europea e di fornire a Zelensky un segnale forte di sostegno, ma resta da vedere se riuscirà a ottenere il consenso necessario per trasformarsi in una vera e propria strategia di difesa comune.
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