Elly Schlein: "Fondi Ue, no a deviazioni per armamenti"
Scontro sul riarmo europeo: Landini attacca, Schlein cerca alleanze
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, si trova a Bruxelles per una serie di incontri cruciali che mettono al centro del dibattito la posizione dell'Italia riguardo al massiccio investimento in ambito difesa deciso dall'Unione Europea.La visita di Schlein arriva in un momento di forte tensione interna al centrosinistra, con il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, che ha lanciato un duro attacco contro il piano di riarmo, definendolo un sostanziale "finanziamento agli Stati Uniti".
Landini, in diverse interviste rilasciate nelle ultime ore, ha espresso forti perplessità riguardo all'utilizzo di ingenti fondi pubblici per la spesa militare, accusando l'UE di favorire un incremento del potere militare americano. Secondo il leader sindacale, questi investimenti sottraggono risorse ad altri settori cruciali come sanità, istruzione e welfare, aggravando le disuguaglianze sociali.
Schlein, nel corso dei suoi incontri con il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez e il Primo Ministro portoghese António Costa, ha ribadito la necessità di una maggiore trasparenza e di un utilizzo più oculato degli 800 miliardi di euro stanziati dall'Unione Europea per la difesa.
"Non possiamo accettare che questi fondi vengano utilizzati esclusivamente per scopi militari, e soprattutto non possiamo accettare che risorse destinate alla coesione sociale vengano dirottate per finanziare il riarmo" ha dichiarato Schlein, sottolineando la necessità di un'Europa che investa prioritariamente nella pace e nello sviluppo sostenibile. La segretaria del PD ha inoltre ribadito l'importanza di un'autonomia strategica europea che non sia subordinata agli interessi di alcuna potenza mondiale.
La posizione di Schlein, pur critica nei confronti del piano di riarmo, si differenzia da quella più nettamente contraria espressa da Landini. La linea del PD sembra puntare a una maggiore concertazione europea per garantire che gli investimenti in ambito militare siano coerenti con gli obiettivi di sicurezza dell'Unione e non si traducano in un semplice trasferimento di risorse verso gli Stati Uniti. La partita è ancora aperta e si attende di capire come si evolverà la posizione del governo Meloni sulla questione.
Il dibattito sul riarmo europeo e sull'utilizzo dei fondi dell'UE rimane quindi aperto e destinato a influenzare profondamente le politiche interne ed estere dell'Italia nei prossimi anni. Le dichiarazioni di Schlein e Landini aprono un confronto interno al centrosinistra sulle priorità del Paese in un contesto internazionale complesso e in continua evoluzione.
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