**Gaza: Ramadan tra le rovine, l'Iftar condiviso sfida la distruzione.**

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Ramadan tra le macerie: l'Iftar della speranza a Rafah

Rafah, Striscia di Gaza - Una scena straziante, eppure carica di dignità e resilienza, si è consumata ieri sera a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Nonostante la devastazione e la profonda crisi umanitaria che affligge la regione, i palestinesi si sono riuniti per un iftar comunitario, il pasto che segna la rottura del digiuno durante il mese sacro del Ramadan.


Tra gli edifici sventrati e le macerie fumanti, una lunga tavola è stata imbandita con i pochi beni rimasti. Datteri, pane, riso e qualche verdura, condivisi con generosità dai presenti, hanno costituito il pasto frugale ma ricco di significato. L'atmosfera, seppur segnata dalla tristezza e dalla perdita, era intrisa di solidarietà e speranza.


Uomini, donne e bambini, seduti fianco a fianco, hanno rotto il digiuno insieme, in un gesto simbolico di unione e determinazione a non cedere alla disperazione. Le preghiere silenziose, alternate a qualche timido sorriso, hanno riempito l'aria.
"Questo è il nostro Ramadan," ha detto Fatima, una giovane donna che ha perso la sua casa nei bombardamenti. "Anche se abbiamo perso tutto, non perderemo la nostra fede e la nostra umanità. Condividere questo iftar con i miei vicini è un modo per dirci che non siamo soli."


L'evento, organizzato da volontari locali e con il supporto di alcune organizzazioni umanitarie, ha voluto essere un segnale forte di resistenza e di attaccamento alla vita, nonostante le avversità. Un invito alla comunità internazionale a non dimenticare la sofferenza del popolo palestinese e a impegnarsi per una pace duratura.


Un portavoce di una ONG presente sul posto ha dichiarato: "Siamo qui per dare il nostro piccolo contributo. La situazione è drammatica e le necessità sono enormi. Ma vedere la forza e la dignità di queste persone ci spinge a fare sempre di più."


L'iftar comunitario di Rafah rappresenta un faro di speranza in un contesto di profonda oscurità, un monito a non dimenticare la resilienza e la dignità del popolo palestinese che, anche tra le macerie, continua a celebrare la vita e la fede.

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(01-03-2025 20:43)