**Londra: summit sulla difesa, Macron apre a un possibile colloquio con Putin.**
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Tensioni a Londra: Vertice NATO tra appelli al dialogo e divisioni sull'Ucraina
Londra, Regno Unito - Un vertice cruciale sulla difesa si è svolto oggi a Londra, riunendo leader della NATO e figure chiave europee in un momento di crescente incertezza riguardo al conflitto in Ucraina. L'incontro, inizialmente incentrato sul rafforzamento del fianco orientale dell'Alleanza e sull'invio di ulteriori aiuti militari a Kiev, è stato oscurato dalle divergenti opinioni sul futuro della strategia nei confronti della Russia. BR
Il presidente francese Macron ha rilasciato dichiarazioni che hanno acceso il dibattito, affermando: "Non escludo il dialogo con Putin. Mantenere aperti i canali di comunicazione è fondamentale, anche nei momenti più difficili." Questa posizione, pur sostenuta da alcuni per evitare un'escalation incontrollata, ha suscitato preoccupazione tra i paesi baltici e la Polonia, che vedono in qualsiasi apertura al Cremlino un segnale di debolezza. BR
Nel frattempo, le pressioni da parte del premier ungherese Orbán si fanno sempre più insistenti. Orbán ha ribadito la necessità di avviare immediatamente negoziati con Mosca, sostenendo che "l'unica via d'uscita da questa tragica situazione è un cessate il fuoco e un tavolo di trattative." La sua posizione, tuttavia, è in contrasto con quella di molti altri leader europei, che ritengono prematuro qualsiasi negoziato finché la Russia non ritirerà le sue truppe dal territorio ucraino. BR
Il vertice ha messo in luce le profonde divisioni all'interno dell'Europa riguardo alla strategia da adottare nei confronti della Russia. Mentre alcuni paesi spingono per un approccio più assertivo e per un ulteriore sostegno militare all'Ucraina, altri invocano la necessità di un dialogo per evitare un conflitto prolungato e potenzialmente catastrofico. Resta da vedere se i leader europei riusciranno a trovare un terreno comune e a presentare un fronte unito di fronte alla sfida posta dalla Russia. La posta in gioco è alta e il futuro della sicurezza europea è appeso a un filo.
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