Migranti, il Consiglio di Stato chiarisce: è il Ministero dell'Interno a designare il porto di sbarco.
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Consiglio di Stato respinge il ricorso di Medici Senza Frontiere: la decisione sul porto sicuro spetta al Viminale
La giustizia amministrativa si è pronunciata definitivamente sui casi del 7 e 24 gennaio 2023: confermata la competenza esclusiva del Ministero dell'Interno nella designazione del porto di sbarco per i migranti soccorsi in mare.
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Medici Senza Frontiere (MSF) relativo a due interventi della nave Geo Barents avvenuti nei primi mesi dell'anno. Le operazioni di soccorso, datate 7 e 24 gennaio 2023, avevano visto la Geo Barents impegnata nel salvataggio di numerosi migranti in acque internazionali. MSF contestava la decisione delle autorità italiane di indicare porti di sbarco ritenuti eccessivamente distanti rispetto al luogo del soccorso, con conseguenti allungamenti dei tempi di navigazione e maggiori disagi per le persone a bordo, spesso in condizioni di vulnerabilità.BR
La sentenza del Consiglio di Stato, di cui si attendono le motivazioni complete, ribadisce un principio cardine: la scelta del "porto sicuro" in cui far sbarcare i migranti soccorsi in mare è una prerogativa esclusiva del Ministero dell'Interno. Tale decisione, secondo l'orientamento prevalente, rientra nelle competenze sovrane dello Stato in materia di controllo delle frontiere e di gestione dei flussi migratori.BR
La pronuncia del Consiglio di Stato chiude, almeno per questi due casi specifici, un contenzioso che aveva sollevato un ampio dibattito sull'equilibrio tra il dovere di soccorso in mare, sancito dalle convenzioni internazionali, e le prerogative statali in materia di immigrazione. Resta da vedere quali saranno le implicazioni future di questa sentenza sulle attività delle ONG impegnate nel salvataggio in mare e sulle politiche migratorie del governo italiano.
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