La Russia punta agli Usa, mentre Putin definisce Zelensky un ostacolo.
Putin corteggia Trump, offerta di cooperazione economica sul Donbass: Zelensky definito "tossico"
Una clamorosa notizia scuote la scena geopolitica internazionale: il Presidente russo Vladimir Putin avrebbe contattato direttamente Donald Trump, proponendo una robusta cooperazione economica, con focus sullo sfruttamento delle terre rare nel Donbass occupato. La rivelazione arriva a seguito di una telefonata tra Putin e Xi Jinping, durante la quale il leader russo avrebbe definito il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky "tossico" per qualsiasi intesa.
Secondo fonti non confermate, ma ritenute attendibili da alcuni analisti, la proposta a Trump comprenderebbe un'ampia collaborazione nello sfruttamento delle risorse minerarie della regione, notoriamente ricca di terre rare, materiali strategici per l'industria tecnologica globale. Si ipotizza un'apertura a investimenti americani in cambio di un ruolo chiave degli Stati Uniti nella ricostruzione del Donbass, sotto l'egida di un'influenza russa meno marcata di quella attuale. Questa mossa potrebbe rappresentare un tentativo di Putin di aggirare le sanzioni occidentali e di consolidare la propria posizione geopolitica, sfruttando le possibili simpatie di Trump verso Mosca.
La telefonata con Xi Jinping, invece, avrebbe confermato l'intenzione di Putin di perseguire attivamente questa strategia di apertura verso gli Stati Uniti. Xi, pur mantenendo un atteggiamento di cautela, avrebbe mostrato una certa comprensione verso la prospettiva di una riconfigurazione degli equilibri internazionali, con un'alleanza strategica tra Mosca e Washington in alcuni settori specifici. La definizione di Zelensky come "tossico" da parte di Putin, tuttavia, sottolinea la rigidità della posizione russa riguardo al conflitto ucraino e la scarsa probabilità di una soluzione diplomatica negoziata con Kiev.
Le implicazioni di questa notizia sono enormi. Una cooperazione economica tra Russia e Stati Uniti, soprattutto nel settore estrattivo del Donbass, solleva serie preoccupazioni riguardo alle violazioni dei diritti umani e alla stabilità regionale. Inoltre, l'apparente marginalizzazione di Zelensky e della diplomazia occidentale pone interrogativi sulla capacità dell'Occidente di contrastare efficacemente l'influenza russa. Si attende ora una risposta ufficiale sia da parte della Casa Bianca che del Cremlino, per chiarire la veridicità e la portata delle affermazioni circolate.
Gli esperti sono divisi sulle possibilità di successo di questa strategia di Putin. Alcuni ritengono che sia una mossa disperata, in un contesto di crescente isolamento internazionale. Altri, invece, vedono in essa una prova di astuzia politica, un tentativo di dividere l'Occidente e di ottenere vantaggi economici senza cedere posizioni di principio. Indipendentemente dall'esito, questa vicenda dimostra una volta di più la complessità e la fluidità del panorama geopolitico attuale, caratterizzato da alleanze inedite e da una crescente competizione tra le grandi potenze.
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