Assoluzione per 23 neofascisti a Milano: "Saluti romani come omaggio, non reato"
Assolti 23 neofascisti a Milano: "Saluti romani per Ramelli, solo omaggio e ricordo"
Milano, 2023 - Il Tribunale di Milano ha assolto 23 imputati, militanti di movimenti come Lealtà Azione, Forza Nuova e Casapound, accusati di aver eseguito saluti romani durante una commemorazione di Sergio Ramelli. Il giudice ha ritenuto che il gesto, pur potenzialmente offensivo per alcuni, non costituisse reato, qualificandolo come un semplice "omaggio e ricordo" alla figura del giovane militante del MSI ucciso nel 1975.
La sentenza ha suscitato forti reazioni, dividendo l'opinione pubblica e riaprendo il dibattito sulla libertà di espressione e sulla memoria storica. La Procura aveva contestato l'aggravante dell'apologia di fascismo, ma la difesa ha efficacemente sostenuto che i saluti romani fossero stati eseguiti in un contesto di commemorazione privata, senza intento propagandistico o di incitamento all'odio.
Secondo il giudice, mancherebbe la prova di una volontà di esaltare la violenza o l'ideologia fascista, ma solo l'intento di ricordare una figura storica, anche se controversa, per alcuni. La sentenza si basa su una sottile distinzione tra il semplice gesto del saluto romano, eseguito in un contesto specifico, e l'apologia di fascismo, che richiede una dimostrazione più evidente di adesione all'ideologia totalitaria.
Le associazioni antifasciste hanno espresso forte sdegno per la decisione, definendola una grave sottovalutazione del pericolo rappresentato dalla riscoperta di simboli e gesti che richiamano un periodo buio della storia italiana. Criticano la sentenza, affermando che il saluto romano, a prescindere dal contesto, rimane un simbolo inequivocabilmente legato al regime fascista e alla violenza. Considerano l'assoluzione come un messaggio pericoloso che potrebbe incoraggiare nuove manifestazioni di carattere eversivo.
Il dibattito è destinato a continuare, con la possibilità di un ricorso in appello da parte della Procura. La sentenza solleva interrogativi cruciali sulla giurisprudenza in materia di apologia di fascismo e sulla complessità di interpretare gesti e simboli nel contesto della memoria storica. La delicatezza del tema richiede un'analisi attenta e una riflessione profonda per comprendere appieno le implicazioni di questa decisione giudiziaria.
Si attende ora di conoscere le eventuali reazioni politiche e le posizioni delle istituzioni di fronte a questa sentenza che, certamente, non chiude il capitolo sulla interpretazione giuridica dei simboli del passato.
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