Spionaggio Casarini: il caso Paragon risale a un anno fa

Spionaggio Casarini: l'allarme CitizenLab e la denuncia dell'Ordine dei Giornalisti

Lo spionaggio digitale ai danni del giornalista Luca Casarini è iniziato un anno fa. Questa la sconvolgente rivelazione emersa dall’indagine del gruppo di ricercatori canadesi CitizenLab, che ha puntato i riflettori sul cosiddetto “Caso Paragon”. L’utilizzo di un sofisticato spyware, capace di accedere a dati sensibili e monitorare attività online, avrebbe consentito di sorvegliare Casarini per un lungo periodo.

La notizia ha immediatamente scatenato una reazione a catena nel mondo del giornalismo italiano. L’Ordine Nazionale dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana hanno presentato una denuncia contro ignoti, chiedendo alle autorità di fare piena luce sulla vicenda e individuare i responsabili di questa grave violazione della privacy e della libertà di informazione.

Secondo CitizenLab, il software utilizzato – Paragon – è noto per la sua capacità di eludere le misure di sicurezza e di estrarre informazioni personali molto dettagliate, compresa la cronologia delle chiamate, i messaggi, le coordinate GPS e persino il contenuto di file crittografati. L’utilizzo di tale strumento contro un giornalista rappresenta una minaccia inaccettabile per la libertà di stampa e la democrazia.

La gravità della situazione è amplificata dal fatto che lo spionaggio sarebbe durato ben dodici mesi, indicando una sistematicità nell'azione che necessita di un'indagine approfondita e trasparente. L'obiettivo era evidentemente quello di monitorare le attività giornalistiche di Casarini, in un'azione di chiara intimidazione e censura. La preoccupazione è che questo possa essere solo la punta dell'iceberg, e che altri giornalisti possano essere stati bersaglio di simili attacchi.

L'intervento delle organizzazioni sindacali dei giornalisti è fondamentale per tutelare la professione e garantire la sicurezza dei professionisti dell'informazione. Si attende ora un’azione risoluta da parte delle autorità competenti, affinché si faccia chiarezza su chi abbia ordinato e attuato questa pericolosa attività di spionaggio e vengano applicate le sanzioni previste dalla legge.

La vicenda Casarini solleva un serio interrogativo sul futuro della libertà di stampa in Italia e sulla necessità di garantire una maggiore protezione per i giornalisti, vittime di crescenti minacce e attacchi di varia natura, tra cui appunto il cyber-spionaggio.

Si auspica una forte condanna da parte delle istituzioni e un impegno concreto per contrastare queste azioni illegali e garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei giornalisti.

(19-02-2025 11:09)