La strage Bibas: segreti di Stato e dolore dei familiari.
Il silenzio assordante di Stato: la sorte della famiglia Bibas, rapita da Hamas, resta un mistero
La tragedia che ha colpito la famiglia Bibas, rapita da Hamas durante l'escalation del conflitto a Gaza, continua a gettare un'ombra pesante sull'Italia. Mentre i giorni si trasformano in settimane, e le speranze di ritrovarli vivi si affievoliscono, il silenzio del governo italiano è assordante. Nonostante le crescenti pressioni dell'opinione pubblica e i segnali sempre più negativi provenienti dalla zona di conflitto, nessuna dichiarazione ufficiale chiarisce la sorte dei membri della famiglia.
Il muro di gomma del "segreto di Stato" sembra innalzarsi sempre più imponente, impedendo alle famiglie di ottenere risposte e alimentando un'inaccettabile angoscia. L'incertezza, la mancanza di trasparenza e l'assenza di comunicazioni ufficiali stanno causando un'ira profonda nei parenti dei rapiti, che accusano il governo di inerzia e indifferenza. "Non ci danno notizie, non ci ascoltano, è come se nostra figlia e i suoi cari fossero scomparsi nel nulla", afferma disperata la sorella di una delle vittime.
La situazione è resa ancora più drammatica dalla mancanza di informazioni certe e dalla difficoltà di accesso a canali di comunicazione affidabili con la zona di conflitto. Le fonti ufficiali, quando si degnano di parlare, si limitano a dichiarazioni vaghe e generiche, alimentando sospetti e teorie infondate che si diffondono indisturbate sui social media. L'assenza di un referente unico e di un piano di comunicazione trasparente contribuisce a peggiorare la situazione, creando un vuoto informativo che alimenta la frustrazione e la disperazione.
La comunità italiana, unita nel dolore e nella rabbia, chiede risposte concrete. Le associazioni per i diritti umani e numerosi esponenti politici chiedono al governo di adottare un approccio più trasparente e di intensificare gli sforzi per ottenere informazioni sulla famiglia Bibas. La richiesta unanime è quella di superare il muro del silenzio e di fornire alle famiglie delle vittime, in questo momento di immensa sofferenza, almeno la certezza di sapere cosa è accaduto ai loro cari. L’opacità genera solo dolore e alimenta il sospetto che sia stata sottovalutata la gravità della situazione. La speranza è che, prima che sia troppo tardi, il governo italiano riesca a superare questo momento di sconcertante inerzia e a fornire alle famiglie Bibas risposte concrete e rassicurazioni.
Il nostro pensiero va alla famiglia Bibas e a tutte le vittime della guerra.
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