Dodicenne "bocciato per merito": il Tar lo promuove, genitori vincono il ricorso
Bocciato perché "troppo bravo": il Tar promuove il 12enne del Vicentino
Un caso che lascia sgomenti: un bambino di 12 anni, riconosciuto come dotato di un'intelligenza superiore alla media e con la necessità di un percorso educativo personalizzato, è stato bocciato da una scuola del Vicentino. La motivazione? Secondo i genitori, semplicemente perché la scuola non ha saputo gestire le sue capacità eccezionali, mancando di fornire gli strumenti e il supporto adeguato alle sue esigenze. Ora, la giustizia amministrativa ha dato loro ragione.
Il Tar del Veneto ha accolto il ricorso dei genitori, ordinando la promozione del ragazzo alla classe successiva. La sentenza rappresenta un precedente importante, mettendo in luce le criticità di un sistema scolastico che, a volte, fatica ad accogliere e valorizzare le eccellenze, privilegiando un approccio standardizzato che penalizza gli studenti fuori dagli schemi. La famiglia, assistita da un legale, aveva denunciato l'inadeguatezza dei programmi scolastici proposti al figlio, evidenziando la sua frustrazione e il suo sotto-utilizzo delle potenzialità intellettuali.
Il 12enne, infatti, mostrava un'attitudine eccezionale in diverse materie, manifestando una spiccata capacità di apprendimento e di ragionamento. Tuttavia, la scuola non ha saputo riconoscere i suoi Bes (Bisogni Educativi Speciali), né ha fornito percorsi didattici personalizzati che potessero stimolarlo adeguatamente. Questo ha portato a un senso di frustrazione nel ragazzo, che si è manifestato con un rendimento scolastico apparentemente inadeguato, pur essendo dovuto alla mancanza di stimoli adeguati al suo livello.
La decisione del Tar rappresenta una vittoria non solo per la famiglia, ma anche per tutti quei bambini dotati di particolari capacità che rischiano di essere penalizzati da un sistema scolastico non sempre pronto ad affrontare le sfide della diversità, anche quella legata all'eccellenza. La sentenza sottolinea l'importanza di un'educazione inclusiva che sappia valorizzare ogni singolo studente, offrendo percorsi didattici personalizzati e adeguati alle sue specifiche necessità, indipendentemente dal suo livello di abilità.
L'episodio solleva interrogativi cruciali sul ruolo della scuola e sulla necessità di investire nella formazione degli insegnanti per affrontare le diverse esigenze degli studenti, anche quelli più brillanti. La speranza è che questo caso possa contribuire a sensibilizzare le istituzioni e a promuovere un cambiamento culturale che ponga al centro il benessere e lo sviluppo di ogni singolo alunno, valorizzando le sue potenzialità, indipendentemente dalla loro tipologia.
Il Tar, con la sua decisione, ha offerto una lezione importante: il successo scolastico non si misura solo con i voti, ma con la crescita individuale e la valorizzazione delle proprie capacità. Un insegnamento che dovrebbe essere alla base di ogni percorso educativo.
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